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Orientamento - Parte 3 - Calcoliamo la distanza

Curvimetro

Durante un’escursione vogliamo conoscere a che distanza si trova il rifugio o il passo che intendiamo raggiungere. Disponendo della carta topografica, supponiamo in scala 1.50.000, il problema è facilmente risolvibile.

Con un righello millimetrato (incorporato in molte bussole) si misura la distanza sulla carta dal punto in cui ci troviamo fino al punto di destinazione, ad esempio 45 millimetri. Dato che un centimetro corrisponde a 500 metri, il conto è presto fatto: 4,5 centimetri per 500 metri uguale 2.250 metri.

In modo ancora più semplice, si può raffrontare la distanza misurata con la scala grafica sempre riportata in evidenza sulle carte, ottenendo un immediato risultato, meno preciso ma altrettanto valido per i nostri scopi.

 

Qualora la distanza tra i nostri due punti non fosse rettilinea, come il più delle volte accade, si può effettuare la misurazione sulla carta procedendo a successivi segmenti rettilinei. Oppure è possibile ricorrere a un “righello curvo”, ad esempio un filo elettrico in rame: in tal modo, il filo può essere adattato al percorso curvilineo da misurare sulla carta, per poi essere raddrizzato e confrontato con la scala grafica. E’ ovviamente anche possibile misurare il filo raddrizzato, moltiplicando tale lunghezza per il rapporto della scala, come abbiamo visto all’inizio.

 

Nel corso di un’escursione in genere non si richiede una particolare precisione, per cui potrebbero essere utilizzati sistemi ancora più artigianali: un filo d’erba, un fiammifero, le nostre dita….

Viceversa, se per varie ragioni dovessimo eseguire frequenti misurazioni di distanze, potrebbe essere molto utile acquistare un curvimetro (o cartometro). Si tratta di una rotellina che si fa scorrere lentamente sulla carta, seguendo esattamente il percorso da misurare.

 

La distanza percorsa dalla rotellina viene visualizzata dalla lancetta di un quadrante circolare, già “trasformata” nella distanza “reale” sul terreno, in base alla scala della carta stessa.

Quanto detto finora è riferito a percorsi “in piano”, senza dislivello tra i due punti considerati. Si tratta cioè della cosiddetta distanza planimetrica. Se invece tra i due punti in esame esiste anche un dislivello, la distanza “reale” è ovviamente maggiore della distanza “in piano”.

Occorre tuttavia considerare che se il dislivello non supera il 30 - 40 per cento della distanza in piano, l’incremento di distanza reale può ritenersi, a fini escursionistici e pratici, pressoché irrilevante.

 

Volendo comunque calcolare la distanza esatta, occorre “costruire” un triangolo rettangolo e applicare il teorema di Pitagora, oppure utilizzare un sistema grafico che richiede l’uso di carta millimetrata e di un compasso.


Cosa sapere sull' orientamento:

 

Orientamento - introduzione
Orientamento - parte 1 - i cardini del mondo
Orientamento - parte 2 - le carte geografiche
Orientamento - parte 3 - calcoliamo la distanza
Orientamento - parte 4 - calcoliamo i dislivelli e le pendenze
Orientamento - parte 5 - la carta topografica
Orientamento - parte 6 - la bussola: cenni introduttivi

scritto da Redazione Visit Italy - Ultima modifica: 01/10/2022

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