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Corso A.R.VA

A giudizio unanime, l'ARVA (Apparecchio di Ricerca in Valanga) rappresenta l’unico efficace strumento di sicurezza con il quale affrontare la montagna invernale fuori dalle aree controllate, in particolare per contrastare il rischio valanghe.
Tuttavia, se non si è in grado di usare l’ARVA con immediatezza, istintività e nel modo corretto, la sua utilità si riduce enormemente. Ricordiamo ancora una volta, a costo di essere noiosi, che per avere buone probabilità di salvare il sepolto dalla valanga, si deve ritrovarlo entro 15 – 20 minuti, al massimo 30.
Occorre quindi avere la costanza e la volontà di imparare ad usare bene l’ARVA, mantenendo costante nel tempo questa capacità, con periodici “ripassi” teorici e pratici.
Di seguito, ecco un breve corso di apprendimento, realizzato sulla base delle indicazioni del Servizio Valanghe del CAI.
Prima di iniziare
Il nostro minicorso può dividersi in due parti: esercizi di conoscenza dell'ARVA ed esercizi di ricerca, tenendo conto che è bene utilizzare sempre il medesimo apparecchio, per abituarsi alle sue specifiche caratteristiche, ai suoi pregi, ai suoi difetti, alla sua precisione etc.
Per eseguire gli esercizi è necessario un terreno innevato di almeno 100 per 50 metri, anche se in alcuni casi la neve non è neppure necessaria.
E’ inoltre molto consigliabile prendere nota dei risultati ottenuti nei vari esercizi, in modo da verificare, di volta in volta, i progressi compiuti, ma anche gli eventuali peggioramenti, discutendo inoltre i risultati, gli errori compiuti, i miglioramenti riscontrati….
Prima di iniziare qualsiasi esercizio, leggere con grande attenzione il manuale d’istruzione allegato all’apparecchio, al fine di conoscerne tutte le caratteristiche tecniche, come ad esempio l’esatta posizione dell'antenna, l'autonomia di funzionamento, come verificare lo stato di carica delle batterie, la verifica del corretto funzionamento e molto altro ancora.
Criteri operativi
Progressivamente, eseguire i vari esercizi su terreni sempre più impegnativi: pendio ripido, neve difficile, valanga già scesa, bosco, erba alta, presenza di torrenti, rocce, sassi o altri ostacoli.
Per rendere sempre più realistici gli esercizi, eseguirli anche con brutto tempo, con freddo o vento, e magari anche al termine della gita, quando subentra la stanchezza e un allentamento dei riflessi e dell’attenzione.
Per rendere meno noiosi e più interessanti gli esercizi, potrebbero essere impostati come un gioco o una gara: ad esempio, chi arriva per ultimo paga il caffè a tutti!


Parte 1 La conoscenza

Parte 2 La ricerca
scritto da Redazione Visit Italy - Ultima modifica: 05/02/2020

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