Quando la vittima della valanga è stata ritrovata dai suoi compagni - quindi in assenza dei soccorsi organizzati - si deve procedere a un primo soccorso.
La vittima è cosciente
In questo caso i problemi sono limitati: non lasciarla camminare anche se essa se la sentisse, non massaggiare le estremità ma riscaldarla con indumenti o coperte (soprattutto il tronco), somministrare bevande calde e zuccherate (non alcolici) e curare eventuali ferite o traumi.
La vittima non è cosciente
La situazione è grave, e non è facile neppure per un medico stabilire se il soggetto sia morto o meno: anche in assenza di battito cardiaco e di respirazione, si deve in ogni caso eseguire una procedura di rianimazione.
Appena la testa è stata liberata si deve ripulire la bocca e il naso dalla neve e/o dal materiale vomitato, procedendo quindi alla respirazione bocca a bocca circa 15 volte al minuto. Una volta liberato il torace e il resto del corpo si procede contemporaneamente al massaggio cardiaco (60-80 volte al minuto).
Queste operazione devono protrarsi fino all'arrivo dei soccorsi organizzati, e comunque per almeno due ore; se dopo tale periodo non appaiono segni di vita (respirazione spontanea, attività cardiaca, restringimento pupillare) si può rinunciare.
Contemporaneamente alla rianimazione è importante riscaldare la vittima, ma solamente il tronco e non gli arti (questi saranno riscaldati in un secondo tempo).
E' possibile utilizzare coperte, indumenti e impacchi caldi, non direttamente sulla pelle. E' da notare come la temperatura del sepolto, causa una velocità di raffreddamento media di 3 °C/h, possa scendere a livelli estremamente bassi: gli organi centrali (tronco e cranio) fin sotto i 30 gradi, mentre le estremità anche a 10-12 gradi!
Preparare il campo In attesa dei soccorsi organizzati è bene preparare il campo anche all'eventuale atterraggio dell'elicottero: realizzare una piazzola, delle segnalazioni o altro.