Dopo il memorabile inverno 2000 – 2001, definito dagli esperti “l'anno della grande neve” per i suoi eccezionali accumuli nevosi, anche il triplo della media, come non si ricordavano da almeno un quarto di secolo, l'estate 2001 è stata caratterizzata da una ottima sciabilità su tutti i ghiacciai alpini, con condizioni di innevamento ideali fino a tutto agosto, se non oltre.
Purtroppo, però, questa positiva situazione, che ha portato a un rilancio dello sci estivo in molte località, rischia di essere solo una eccezione.
“Ghiacciai: una specie a rischio” E' questo l'allarme, semplice quanto drammatico, lanciato dalla CIPRA, ovvero la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, partendo dalla constatazione di fondo che l'arretramento dei ghiacciai è un fenomeno in atto dalla metà dell'Ottocento, e che di fronte alle temperature record fatte registrare negli anni ‘90 anche sull'arco alpino, per i prossimi anni non si può che prevedere un ulteriore quanto notevole arretramento delle fronti glaciali.
Occorre infatti tenere conto dei lunghi tempi di risposta dei ghiacciai alle variazioni climatiche, dell'ordine di anni, ma anche di decenni.
Quindi, in questo contesto di ritiro ormai secolare e generalizzato, pur con qualche fase di breve e modesta inversione di tendenza, l'inverno 2000 – 2001 rischia di essere solo un episodio, una breve pausa di questo processo di regressione glaciale.
I numeri della crisi In tempi recenti, la massima espansione dei ghiacciai alpini si verificò intorno all'anno 1850. Da quella data, e fino al 1973, sulle sole Alpi svizzere sono scomparsi circa 100 ghiacciai, e lo spessore di quelli rimasti è diminuito in media di 19 metri.
Di conseguenza, il volume globale del ghiaccio si è ridotto da 103 a 74 chilometri cubici, quindi con una eclatante riduzione di un terzo.
Ancora più drammatici i dati a livello europeo, dove si stima una perdita di volume di ghiaccio pari a circa il 50 per cento, con una riduzione di superficie del 30 – 40 per cento.
Dallo sci estivo a quello primaverile? A prescindere da ogni altra considerazione di carattere ambientale – una per tutte: i ghiacciai rappresentano una preziosissima riserva di acqua dolce – questa previsione rappresenta quasi una sentenza di morte per lo sci estivo.
Già negli ultimi anni la sciabilità nel cuore dell'estate non era delle migliori, e spesso si è dovuto far ricorso a spostamenti di masse di neve e a opere di “rimodellamento glaciale” per mantenere in buone condizioni i tracciati di discesa.
Possiamo quindi ragionevolmente aspettarci una graduale riduzione del periodo di sciabilità dei ghiacciai, in pratica con la perdita del mese di agosto.
Dove possibile, si realizzeranno impianti di risalita ancora più in alto, ma ciò non muterà la sostanza del problema.
Forse, anche se il clima può sempre riservare sorprese, dobbiamo iniziare a pensare non più al classico sci estivo da giugno ad agosto e magari settembre, ma a un sorta di “sci primaverile”, solo fino a luglio.