In un convegno svoltosi a Trento su iniziativa della Lega per la lotta contro i tumori, oncologi e dermatologi hanno affrontato il tema dei «tumori cutanei e melanoma: un'emergenza che la prevenzione può risolvere». Tra l'altro, è stato fatto il punto sul ruolo che può avere la prevenzione, primaria e secondaria, nel combattere i tumori cutanei.
Per quanto a noi interessa, ovvero l'esposizione al sole in generale e in montagna in particolare, si è parlato anche delle creme solari, che a dispetto di quanto si crede, non proteggerebbero a sufficienza la pelle, dal punto di vista immunologico e della cancerogenicità.
Al riguardo sono stati citati numerosi lavori scientifici: dei 14 presi in considerazione, sei dimostrerebbero che l'uso di creme solari non proteggerebbe dal rischio di contrarre il tumore, mentre quattro arriverebbero a conclusioni opposte. Infine, quattro studi avrebbero rilevato una sostanziale indifferenza.
Il messaggio conclusivo del convegno pare quindi essere che le creme antisolari e protettive non proteggono sufficientemente, mentre sarebbe opportuno che le mamme non espongano i bambini al sole durante le ore più calde della giornata.
Quindi? Molto buon senso, come sempre
A commento di questa notizia, che rischia di generare confusione, non rimane che fare appello al buon senso.
In attesa che ulteriori studi chiariscano la materia, e i reali effetti protettivi, o non protettivi, delle creme solari, non rimane che affrontare il sole con criterio e, appunto, tanto buon senso, con quella che, giuridicamente parlando, si definisce “la diligenza del buon padre di famiglia”.
In pratica, ridurre al minimo l'esposizione al sole negli orari critici, coprire le parti più delicate e meno “abituate” al sole, chiedere un consiglio al proprio medico, utilizzare comunque una crema solare ad alto fattore protettivo e, in una parola, non esagerare con il sole.