A 1500 m. sul l. del m. la cittadina di Levico è famosa per le terme, frequentate sin dall’ottocento e meta, ogni anno, di un elevato numero di visitatori. Da questi monti sgorgano acque arsenicali-ferruginose con indicazione terapeutica per malattie psicisomatiche, ma anche per patologie legate alle vie respiratorie. La balnoterapia e la fangoterapia con queste acque, uniche nel nostro Paese, sono una vera panacea per i malati di stress. Sul fondovalle sorge il lago di Levico, uno specchio d’ acqua cristallino caratterizzato dalla presenza di flora e fauna rare. Di particolare rilevanza il canneto che cresce spontaneamente sulla riva. Il lago rappresenta un biotopo tutelato dalla provincia di Trento che nei mesi estivi vieta la navigazione a natanti con motori a combustione interna. Le acque del lago di Levico sono amate anche dagli sportivi che qui praticano nuoto, vela, sci d’acqua, windsurf, canoa e pesca. Lofferta turistica di Levico include anche eventi e manifestazioni di grande richiamo. Inaugura la stagione turistica della Val Sugana la Festa della Primavera che ogni anno, a maggio, saluta l’arrivo della bella stagione con addobbi e composizioni floreali, mostre, vetrine di artigianato tipico e assaggi enogastronomici. L’evento viene organizzato nello splendido Parco delle Terme, luogo simbolo di Levico.
Ad Agosto, a 15 chilometri da Trento, sul più grande lago della regione, si rinnova ormai da diversi anni il rito di una manifestazione remiera di grande fama: il Palio dei Draghi. l Palio è effettivamente una gara tra municipalità, alla quale ormai possono partecipare anche le squadre al di fuori del Trentino. Ogni squadra fa capo al proprio comune, ne porta i colori, la bandiera, il nome e l’orgoglio di appartenenza. In virtù di questa sfida non solo sportiva ogni anno si mobilitano interi paesi, giovani e meno giovani, impegnati nella gara o nella tifoseria. Il Palio dei Draghi è diventato ormai una vera e propria festa popolare con spettacoli folcloristici e divertimento per grandi e piccoli.
Credete che per vedere le piramidi dovete per forza andare in Egitto o America del Sud? Sì e no. Se volete vedere le piramidi create dalla sapiente mano dell'uomo non potrete fare a meno del viaggio se invece volete vedere le piramidi create dalla Madre Natura basta venire in Trentino. Segonzano in realtà è una vasta zona situata sulle pendici del Dosso di Segonzano e del Ceramont, e composta da sedici frazioni situate ad un'altitudine che varia da 430 a 1543 m s.l.m. Ogni piccola frazione offre qualcosa di carino da vedere. A Segonzano si trovano i ruderi del castello ritratto in un famoso dipinto di Dürer. Il nome del pittore porta anche il sentiero che dal Klösterle di San Floriano conduce alle Piramidi di Segonzano. Da Sabion potete recarvi al Santuario della Madonna dell'Aiuto, a Stedro potete vedere la Chiesa Parrocchiale della Trinità e Segonzano è famoso per le sue piramidi di terra. Si può ben dire che la natura ha dato il meglio di sé: queste curiose forme architettoniche, che raggiungono anche più di 20 metri, è un impasto di terra e piccoli ciottoli, cementati e induriti, ma anche facilmente erodibili.Le piramidi sono coperte con una forma di “cappello” che ripara le strutture dalla pioggia e quindi da un lento scioglimento come dimostrano i resti di alcune piramidi senza questa piccola finitura.
La Val di Cembra in Trentino è un posto dominato da laghi, vigneti e una deliziosa enogastronomia, un luogo ideale dove trascorrere giornate di relax e benessere. La Valle di Cembra abbraccia l'Altopiano di Pinè ed è disseminata da piccoli paesi e frazioni ma è caratterizzata dai tipici terrazzamenti che si trovano sui dolci pendii coltivati a vite. Circondata da meravigliosi laghi tra cui quelli di Serraia e delle Piazze, Valle di Cembra è conosciuta per la florida produzione di vini e grappe di alta qualità. Ad attirare i turisti contribuisce anche l'enogastronomia locale, che permette di tornare ai sapori genuini dei cibi attraverso la ricca produzione di prodotti tradizionali come formaggi, miele, castagne, funghi e frutti di bosco. Meta ideale sia per vacanze estive che invernali la Valle di Cembra vanta in entrambi i periodi moltissimi appuntamenti culturali e musicali, sportivi ed enogastronomici. Tante le attività escursionistiche previste con la mountain bike ma anche la pesca, il nuoto nei laghi, il tiro con l'arco e l'affascinante parapendio. Due strutture della zona sono molto frequentate dagli appassionati di pattinaggio, l'Ice Rink Pinè e il Palacurling di Cembra, che organizzano anche piacevoli intrattenimenti e competizioni locali. Chi viene in quest'are non può mancare una visita al Santuario mariano di Montagnaga, il più famoso del Trentino.
Questo bel villaggio fiemmese si trova soltanto a 2 km da Molina e sorge ai piedi del dosso su cui si innalza la chiesa parrocchiale. Da Castello si irradiano numerosissimi e affascinanti sentieri e percorsi escursionistici. Il paese, abitato dalla preistoria, conserva la trama urbanistica cinquecentesca. Nel XVI sec., dopo alterne vicende, la contea di Castello fu aggregata alla Comunità di FIemme. Numerose sono le case rustico-signorili con scalinata lignea esterna e Madonnina dipinta sulla facciata. Sulla strada che porta alla chiesa si offre agli occhi dei visitatori una bellissima casa gotica con una bifora, finestrelle a coce e caratteristico cavalcavia che la unisce alla casa confinante. La facciata della trattoria ha ancora la data di nascita della dimora: il 1566. Anche casa Matordes, ornata con merlature e porte e finestre di tipo rinascimentale, ha impressa sulla facciata l’originaria datazione. Sul colle che domina il paese fu edificata nel la monumentale chiesa ottocentesca di San Giorgio,con alto campanile novecentesco. L’edificio sorge nell’area in cui si trovava il castello degli Eppan. Accanto alla parrocchiale c’è la cappella della Madonna di Lourdes, consacrata nel XIII sec. Sulla facciata nord è dipinta la figura in grande di San Cristoforo: l’opera risale al XIV sec. ed appartiene a un ignoto pittore di passaggio.
La tappa che stiamo per affrontare per certi versi può dirsi esaltante: un continuo susseguirsi di valichi, creste, conche e valli, in un ininterrotto mutare di scenari e panorami, grazie a un lungo sconfinamento in territorio trentino. Senza contare, anche in questo caso, le numerose e suggestive testimonianze della Grande Guerra. L’ultimo tratto del percorso si svolge su un vecchio sentiero militare molto esposto, che richiede la dovuta attenzione. Dal Rifugio Maria e Franco (quota 2574 metri) si raggiunge il vicinissimo Passo Dernal, dal quale si inizia a scendere in direzione nord, mantenendosi alti sulla sponda sinistra del sottostante Lago Dernal. In seguito il sentiero piega a destra (nord-est), portandosi con regolare discesa alla base della rocciosa Sega d’Arno, per poi deviare ancora in direzione nord, fino a raggiungere con un poco d’attenzione il marcato Passo di Campo (2288 metri). Dal valico ci si porta sul versante trentino (est) proseguendo il cammino in direzione nord, fino alla base di una ripida bastionata rocciosa, che si supera grazie ad alcune corde fisse a fianco di una cascata, raggiungendo così il piccolo Lago d’Avolo, a 2393 metri di quota. Costeggiando la sponda meridionale dello specchio d’acqua si sale in direzione nord-est, percorrendo successivamente un canale che conduce al Passo d’Avolo (2556 metri). Salendo brevemente sulla sinistra, si raggiunge una comoda mulattiera che, sempre verso nord, conduce pressoché in piano al non lontano Passo Ignaga (2528 metri). Inizia ora il tratto più impegnativo della tappa, dotato anche di corde fisse, che richiede molta attenzione. Il sentiero prosegue inizialmente in cresta (direzione nord), per poi scendere gradualmente sulla sinistra, nella Valle dell’Adamè. Con percorso molto panoramico ma a tratti delicato ed esposto, si superano tratti erbosi, speroni rocciosi, canalini, torrenti e gengette, fino ad arrivare sull’ampio fondo della valle, raggiungendo infine il ben visibile Rifugio CAI Lissone , a 2017 metri di quota (ore 4,30 dal Rifugio Maria e Franco).
Questa antica città val bene una visita. Trento ha un vecchio centro storico con alti palazzi dipinti e stradine strette. Non è una città turistica, anche se ha molto da offrire al visitatore curioso. Trento è un mix di cultura italiana ed austriaca, nel corso della storia le influenze delle due culture sono state importanti e tuttora visibili. Nei bei palazzi d’epoca si trovano per esempio l’università ed il conservatorio. Arrivando verso la città, si nota immediatamente la sagoma imponente del Castello del Buonconsiglio. Il vecchio castello è composto da più edifici, costruiti in epoche diverse ma sempre da principi-vescovi che furono a lungo gli signori della città. Tutto il complesso è circondato dalla cinta muraria che nasconde al suo interno anche un bellissimo giardino. Il mastio, la Torre d’Augusto, la torre più grande è stato costruito nel 13° secolo e domina sopra gli altri edifici. La parte più antica si chiama Castel Vecchio, poi c’è anche il Magno Palazzo. Nel Castello del Buonconsiglio, purtroppo, non è rimasto tanto degli antichi arredi e mobili. Ma ci si può consolare benissimo con gli splendidi affreschi. I loggiati, le sale ed anche le grandi scale furono decorati dagli artisti più famosi. Il complesso ospita dal 1973 il Museo Provinciale d’Arte ed il Museo Storico. Molto spesso vengono organizzate delle bellissime mostre d’arte antica e temporanea. Nel centro si trovano le piazze, chiese e fontane che rendono questa città un luogo bellissimo per trascorrere una giornata tranquilla alla scoperta di bei angoli nascosti. Anche di storia culinaria di Trento è una miscela felice tra più culture. Nei suoi ristoranti tipici si trovano piatti tradizionali della montagna, quelli della tradizione austriaca-tedesca e pietanze italiane. Formaggi e vini splendidi fanno parte del patrimonio di questa città unica, che sorprende il turista sicuramente in modo favorevole.
La fantasia della gente, e precisamente degli italiani nell'ambito del palio, è davvero sorprendente. C'è il Palio di Siena, il più famoso, con i cavalli come protagonisti; c'è il Palio di Allumiere, ma anche quello della mia zona che si svolge ad Alba, con gli asini in ruolo dei cavalli, e c'è anche il Palio dell'oca che si svolge a Trentino, capitale del Trentino - Alto Adige. In questo caso, per fortuna, l'oca è se stessa ed è un'oca di cartapesta. La competizione, che trae le origini da un gioco in uso nel 1600, si svolge tra vari quartieri e sobborghi della città che gareggiano a bordo di zattere sulle acque del fiume Adige, tentando di infilare un anello a una grande oca appesa a un campata del ponte di S. Lorenzo. Migliaia di turisti piazzati lungo le sponde dell'Adige osservano lo spettacolo che fa parte delle Feste Vigiliane tenute a luglio. A mio avviso il tempo migliore per venire a Trento è l'estate. Non solo per le Feste Vigiliane, ma anche per poter ammirare la bellezza della città circondata dalla favolosa natura: le montagne verdi e i laghi blu della zona. L'estate vi permetterà di ammirare tutta la bellezza dell'affrescato Cortile dei Leoni nel Castello del Buonconsiglio che, insieme all'imponente Duomo, costituisce una tappa obbligatoria per tutti i visitatori della città.L'estate senza prendere il gelato non sarebbe una vera estate e il colorato e animato centro storico di Trento invita per fare una sosta in una delle sue gelaterie o pasticcerie. Potete assaporare il vostro gelato seduti sui gradini del fontana del Nettuno situata in Piazza Duomo. È il preferito punto di ritrovo degli abitanti il che non mi sorprende, perché la piazza, circondata dai rinascimentali palazzi decorati con splendidi affreschi, è senza dubbio uno dei più bei posti di Trento.
Alcune delle località più belle offerte dalla splendida provincia di Trento: Castello di Fiemme Questo bel villaggio fiemmese si trova soltanto a 2 km da Molina e sorge ai piedi del dosso su cui si innalza la chiesa parrocchiale. Da Castello si irradiano numerosissimi e affascinanti sentieri e percorsi escursionistici. Il paese, abitato dalla preistoria, conserva la trama urbanistica cinquecentesca. Nel XVI sec., dopo alterne vicende, la contea di Castello fu aggregata alla Comunità di Fiemme. Numerose sono le case rustico-signorili con scalinata lignea esterna e Madonnina dipinta sulla facciata. Sulla strada che porta alla chiesa si offre agli occhi dei visitatori una bellissima casa gotica con una bifora, finestrelle a croce e caratteristico cavalcavia che la unisce alla casa confinante. La facciata della trattoria ha ancora la data di nascita della dimora: il 1566. Anche casa Matordes, ornata con merlature porte e finestre di tipo rinascimentale, ha impressa sulla facciata l’originaria datazione. Sul colle che domina il paese fu edificata la monumentale chiesa ottocentesca di San Giorgio,con alto campanile novecentesco. L’edificio sorge nell’area in cui si trovava il castello degli Eppan. Accanto alla parrocchiale si trova la cappella della Madonna di Lourdes, consacrata nel XIII sec. Sulla facciata nord è dipinta la figura in grande di San Cristoforo: l’opera risale al XIV sec. ed appartiene a un ignoto pittore di passaggio. Caldonazzo La cittadina di Caldonazzo si trova presso il bellissimo lago omonimo ed è incorniciata da boschi e montagne. Il versante sinistro del lago, un vero gioiello naturalistico, coincide con le propaggini meridionali delle Dolomiti; quello destro è lambito dalle Alpi Carniche. Le sue acque limpide sono frequentate dagli sportivi: canoa, windsurf e nuoto sono gli sport più praticati. La cittadina è ricca di testimonianze storiche e artistiche. Fra i monumenti emerge la magnifica corte Trapp, che dal ‘400 in poi divenne proprietà dei signori Trapp, i successori dei Caldonazzo. Il castello conserva affreschi importanti e resti di una pittura ad olio che raffigura un torneo di cavalieri. Gli edifici signorili sono disposti attorno al grande cortile centrale che ospita manifestazioni e spettacoli. Fra gli eventi va ricordata la prestigiosa Rassegna di Canti Spirituals. Meta del turismo religioso a Caldonazzo è la chiesa medioevale di San Valentino edificata in un luogo ricco di testimonianze archeologiche: a pochi metri dalla chiesa passava la strada militare romana che si dirigeva a Trento; nei pressi sorge un grande muro: è ciò che resta del Castello dei Signori di Brenta. Il lago di Caldonazzo ogni anno diventa teatro del Palio dei Draghi, la sfida fra comuni che scivolano sull’acqua a bordo di Dragon Boat, le variopinte imbarcazioni cinesi. Il palio è una grande festa popolare che mescola l’orgoglio campanilistico della Valsugana con il fascino della tradizione orientale. Castelfondo L’antica Castrum Fundi, fondata dai romani a 948 m. sul livello del mare, aveva in origine un fondamentale ruolo di collegamento con gli avamposti militari di Castrìn e La Palade, baluardi contro le invasioni barbariche. Il villaggio ha mantenuto un ruolo strategico anche nel medioevo, quando divenne sede della giudicatura per una vasta zona dell’Anaunia. Al XV sec. risale la leggenda del laghetto scomparso sulle cui acque fu vista galleggiare una statua della Madonna. Dal secolo successivo il Castelfondo ha assunto il nome di Melagno. Oggi il paese conserva monumenti significativi: case contadine e dimore rustico-signorili si alternano nel centro storico. Fra i palazzi spiccano Casa Lorenzetti e Casa Dalla Chiesa, dove si può ammirare un crocifisso del XV sec. Altri edifici da visitare a Castelfondo sono Castel Vigna e il castello di Castelfondo, arroccato tra i burroni del torrente Robiòla, nei pressi del quale si trova la chiesetta della Natività della Beata Vergine Maria. Escursioni interessanti si possono compiere in direzione del passo Castrìn, con sosta presso l’omonima malga. Da qui un altro itinerario conduce al Monte Luco con possibilità di ristoro presso il rifugio Regole di Castelfondo. Altre mete interessanti, per chi ama tuffarsi in luoghi incontaminati, sono il monte Ozolo, l’abitato di Fondo e le forre del Novello. Dimaro Dimaro è uno dei paesi più antichi della vallata. Sorge sulla strada per Folgarida, all’imbocco della valle del Meledrio. Il paese conserva numerose dimore d’epoca, fra cui il Palazzo del Dazio, fontane di porfido e abbeveratoi caratteristici. Da visitare la parrocchiale quattrocentesca di San Lorenzo: nella lunetta esterna e all’interno dell’abside hanno lavorato Giovanni e Battista Baschenis, gli affrescatori itineranti di Averara, paese del Bergamasco. Il loro intervento è datato al 1448. Degni di nota anche il grande altare di legno scolpito e dorato del Seicento dei fratelli Ramus e il portale romanico. Nel vicino abitato di Carciato si trova la bella chiesa di S.Giovanni Battista. Con le sue piste e i suoi impianti sportivi Dimaro è anche una frequentata stazione sportiva. Daiano Daiano è il villaggio più alto della Val di Fiemme e anche il più soleggiato. Sorge in posizione privilegiata, su una terrazza morenica fra la valle del Ru e la Valle del Rio della Val d’Aosta. La sua posizione, a breve distanza da importanti località turistiche, favorisce inoltre escursioni estive e sport invernali. Con Cavalese e Varena Daiano è il tipico villaggio fiemmese con strade strette, palazzi affrescati ed elementi decorativo-architettonici medioevali, rinascimentale e barocchi. Simbolo di Daiano e della sua storia sono le fontane monolitiche scavate nel porfido. Tradizionali punti d’incontro e d’aggregazione le fontane furono costruite per approvvigionare l’intero paese che si trova piuttosto lontano da fonti d’acqua. Le immagini sacre sulle facciate esterne delle case ci conducono idealmente ad un mondo di profonda devozione popolare: fra le altre immagini va ricordato l’ottocentesco olio su lamiera raffigurante la Madonna Assunta all’incrocio fra via Ancona e via Arca. L’iconografia religiosa ricorre poi nelle decorazioni attribuibili alla mano di Antonio Longo. Fra gli esempi d’architettura fiemmese una vecchia casa con il forno del pane in piazza Cavada. Castel Croda è l’edificio più importante del paese. Un tempo rifugio per i ricercan e La Palade, baluardi contro le invasioni barbariche. Il villaggio ha mantenuto un ruolo strategico anche nel medioevo, quando divenne sede della giudicatura per una vasta zona dell’Anaunia. Al XV sec. risale la leggenda del laghetto scomparso sulle cui acque fu vista galleggiare una statua della Madonna. Dal secolo successivo il Castelfondo ha assunto il nome di Melagno. Oggi il paese conserva monumenti significativi: case contadine e dimore rustico-signorili si alternano nel centro storico. Fra i palazzi spiccano Casa Lorenzetti e Casa Dalla Chiesa, dove si può ammirare un crocifisso del XV sec. Altri edifici da visitare a Castelfondo sono Castel Vigna e il castello di Castelfondo, arroccato tra i burroni del torrente Robiòla, nei pressi del quale si trova la chiesetta della Natività della Beata Vergine Maria. Escursioni interessanti si possono compiere in direzione del passo Castrìn, con sosta presso l’omonima malga. Da qui un altro itinerario conduce al Monte Luco con possibilità di ristoro presso il rifugio Regole di Castelfondo. Altre mete interessanti, per chi ama tuffarsi in luoghi incontaminati, sono il monte Ozolo, l’abitato di Fondo e le forre del Novello.
Il periodo dell'Avvento nella città di Trento è caratterizzato da tanti appuntamenti, ricchi ed originali, capaci di riscoprire gli antichi rituali legati al Natale e di proporli in chiave moderna. La città si anima durante il mese di Dicembre dalla presenza degli storici mercatini natalizi, capaci di attirare in città sempre più visitatori, desiderosi di lasciarsi trasportare dalla magica atmosfera che la città diffonde. Visitare i mercatini di Trento diventa anche l'occasione per ammirare la città sotto una luce particolare, sostando per visitarne i numerosi monumenti e cogliendo l'occasione per svolgere interessanti percorsi enogastronomici, legati ai prodotti tipici di questa ricca e affascinante zona d'Italia. I mercatini natalizi di Trento, un appuntamento irrinunciabile. Trento apre le sue porte ai mercatini natalizi, in una tradizione che si perpetua da molti anni, capace di accogliere tanti visitatori, appassionati dell'artigianato e cultori dei prodotti gastronomici della zona. La città accoglie i visitatori con un'offerta unica, dove è possibile incontrare prodotti dell'artigianato locale, addobbi natalizi pregiati e tanti tessuti dedicati all'abbigliamento e al decoro dell'abitazione. Anche l'oggettistica in tutte le sue forme trova spazio tra le colorate bancarelle, pronte a proporre giocattoli di ogni tipo, simpatiche bamboline realizzate a mano e tanti oggetti utili nella vita di ogni giorno. Protagoniste dell'offerta natalizia sono inoltre le tante leccornie gastronomiche, prodotti freschi e genuini che giungono dal territorio per allietare le festività. Accanto all'offerta di frutta tipica, come le buonissime mele, protagoniste di strudel e di frittelle dolci, si possono incontrare le specialità salate, come la tipica polenta brustolada e le offerte di salumi e formaggi provenienti dalle malghe della zona. A completare la golosa offerta gastronomica, i mercatini offrono selezioni dei migliori vini tipici, provenienti dai vigneti autoctoni della regione e tante proposte di liquori a base di erbe alpine e fiori montani. Il classico vin brulè e i parapampoli, bevanda calda a base di bacche, accompagnano con brio la visita, riscaldando gli animi con la loro calda essenza. I mercatini di Trento vedono il loro inizio in data 30 Novembre, per concludersi il 30 Dicembre. Gli orari di vista si snodano dalle 10.00 del mattino fino alle 19.30 della sera, mentre il giorno di Natale si presentano chiusi al pubblico e la successiva festività di Santo Stefano, il 26 Dicembre, vedono un'apertura dedicata solamente al pomeriggio, con orario dalle 14.30 alle 19.30. La magica location pronta ad ospitarli è la centralissima Piazza Fiera, luogo suggestivo, che per l'occasione si veste a festa con mille luci e le tipiche casette di legno nordiche. I mercatini di Natale rappresentano un'occasione per immergersi nel clima natalizio in modo completo, grazie all'offerta di tanti spettacoli ad essi annessi, quali esibizioni di danze popolari in costume e concerti di cori alpini, pronti ad allietare ancor più il magico periodo dell'Avvento in città. Gli eventi si snodano in tutte le vie del centro e per l'occasione Piazza Cesare Battisti si trasforma in un palco dove prende vita una vera e propria performance di scultura, con un artista impiegato giorno dopo giorno a definire nel legno le statue del presepe natalizio. I mercatini e la città, scoprire Trento nella magica atmosfera del Natale. Trento è una città molto affascinante, incastonata come una perle tra le alte vette che la circondano e pronta ad esporre la sua architettura così particolare ai visitatori. Scegliere di dedicare una visita al centro in concomitanza ai mercatini di Natale, significa fare un tuffo nella sua parte antica e lasciarsi cullare da momenti di riposo nei tanti caffè e pasticcerie presenti nel territorio. Trento é un crocevia di culture, un centro di congiunzione tra la storia italiana e la cultura mitteleuropea, dove secoli di convivenza delle due culture hanno dato origine a monumenti di particolare bellezza e originalità. Visitare la città significa scoprirne l'anima rinascimentale, attualmente enfatizzata dalle recenti ristrutturazioni e tuffarsi in un passato ricco di storia e di arte. Tappa obbligata durante la visita è il Castello del Buonconsiglio, incantevole struttura perfettamente conservata, il Duomo cittadino e la piazza attigua, con la Fontana di Nettuno. Ogni piccola via del centro riserva tante sorprese, con le chiese del Concilio e le tante case affrescate che si incontrano lungo il cammino, significative di una cultura moderna che chiede di mantenere vive le tradizioni di un tempo, riproponendole alle generazioni presenti e future conservate nel migliore dei modi possibile. Ma Trento è al contempo una città di profonda cultura, aspetto che si rispecchia nella presenza di molti spazi museali e di mostre temporanee. Dal nuovo museo interattivo dedicato alle scienze, fino alle collezioni di arte ospitate dai numerosi musei cittadini, Trento offre un panorama culturale vivace e soprattutto variegato, capace di accontentare ogni aspettativa e interesse. Scegliere di visitare i mercatini natalizi a Trento diventa quindi un'occasione speciale per scoprire le bellezze che la città offre, in un contesto dove la magia del Natale si rende protagonista. Durante il periodo dell'Avvento, la città offre infatti il suo lato più caldo e tradizionale e ogni occasione si arricchisce della magica atmosfera invernale, con la bianca neve che accarezza la città e le alte vette che ne incorniciano i tratti. Il centro storico chiede di essere ammirato nel suo tripudio di luci e di colori, negli alberi di Natale riccamente decorati e nelle vetrine dei negozi addobbate a festa. Un'occasione magica, dove rilassarsi e respirare la vera atmosfera delle festività, in attesa dell'arrivo del Santo Natale.
Escursione di grande interesse, che raggiunge un valico storicamente molto importante, per secoli il più frequentato tra la Val di Fumo e la Val Rendena, utilizzato in primo luogo dai pastori e dalle loro mandrie. Addirittura, fu costruita una vera strada a gradini, in seguito abbandonata quando i pascoli della Val di Fumo passarono ai confinanti comuni di Cimbergo, Grevo e Saviore, in Val Camonica. Il passo fu presidiato dagli austriaci durante la Grande Guerra, e ancora oggi sono visibili numerosi resti delle postazioni difensive approntate. Molto interessante anche la fauna, rappresentata da numerose specie, tipiche del Parco Naturale Adamello Brenta: camosci alle quote più alte, caprioli nei boschi, quindi le marmotte, lepri, l’aquila reale, trote e salmerini nelle acque dei laghi e dei numerosi torrenti. Da un punto di vista geologico, la zona si caratterizza per l’alternarsi di formazioni calcaree in un ambiente generalmente granitico. Specie a inizio stagione, sono consigliabili la piccozza e i ramponi. Dal Rifugio Val di Fumo, situato a 1997 metri di quota, si scende fino al ponte sul torrente Chiese (quota 1900 metri circa), seguendo il sentiero di accesso. Senza valicare il torrente, si piega bruscamente a sinistra (direzione sud-est), mantenendosi al margine inferiore di un piccolo bosco di conifere, seguendo il ripido sentiero che sale verso la Valle del Cop di Casa. Raggiunta la confluenza di due torrenti, si piega a sinistra (nord), seguendo il sentiero che, successivamente, inizia a risalire (in direzione est) un largo costone, fin dove esso si fa roccioso. Costeggiando alla base, sulla destra, questo sperone roccioso, si perviene all’ultimo pendio morenico che, infine, conduce sul valico: Passo di San Valentino, quota 2765 metri, ore 3 dal Rifugio Val di Fumo. Scendendo lungo l’opposto versante, sarebbe possibile arrivare fino a Villa Rendena. Il ritorno a valle si svolge lungo il medesimo percorso della salita e richiede 2 ore. Ulteriori informazioni Il recapito del Rifugio Val di Fumo: Tel. 0465.674525 Il recapito della sezione di Trento CAI - SAT, proprietaria del rifugio: Tel. 0461.981871 L’autorevole guida ai monti d’Italia, con una descrizione dell’itinerario e ottime cartine. P. Sacchi, Guida ai monti d’Italia “Adamello, vol.I”, CAI – TCI, Milano 1984 Tempo di percorrenza : ore 5 Quota di partenza: m. 1997 Dislivello: m. 865 Difficoltà: EE – Escursionisti esperti Periodo consigliato: Giugno - settembre Regione: Trentino Alto Adige Provincia: Trento Valle/zona: Valle di Daone
Facile escursione con due principali motivi d’interesse: oltre a raggiungere la cresta spartiacque con la Valle Camonica, godendo quindi di panorami di grande interesse e vastità, dal Passo di Campo è possibile salire alla vetta del Monte Re di Castello, una meta escursionistica di prima grandezza, ma che richiede una buona esperienza di alta montagna. Altrettanto remunerativa, ma molto meno conosciuta, è la salita al Monte Campellio, quasi interamente lungo una mulattiera di guerra. Nei pressi del valico sono inoltre presenti “numerosi e consistenti” ruderi delle fortificazioni realizzate nel corso della Grande Guerra. Appena a sud dell’abitato di Lardaro, lungo la statale delle Valli Giudicarie (53 chilometri da Trento, 10 chilometri a sud di Tione di Trento), si imbocca la strada che si inoltra nella Valle di Daone, fino quasi a raggiungere la poderosa diga del Lago di Malga Bissina: circa un chilometro prima dello sbarramento (quota 1750 metri circa, 23 chilometri da Lardaro), presso alcune baracche prefabbricate, ha inizio sul lato sinistro della strada uno stretto ma evidente sentiero, ben segnalato. Ci si incammina quindi lungo questo sentiero che, con numerosi tornanti, risale il ripido pendio, fino a tramutarsi in una comoda mulattiera pianeggiante. Proseguendo a mezza costa verso sinistra, ci si porta sotto un evidente dosso, sul quale si sale con un’ultima breve salita, affacciandosi così sullo specchio d’acqua del Lago di Campo, con un colpo d’occhio definito “bellissimo” (quota 1944 metri). Costeggiando la sponda settentrionale del lago, dove si trova Malga Campo di Sopra, si riprende a salire lungo il sentiero in direzione ovest, entrando così in una valletta. Seguendone il fondo, e risalendo un successivo vallone morenico, si raggiunge infine con un ultimo sforzo il marcato intaglio del Passo di Campo, a 2288 metri di quota, al confine con la Lombardia: ore 1,45 dalla partenza. Il ritorno si svolge lungo il medesimo percorso della salita, e richiede ore 1,15. Ulteriori informazioni P. Sacchi, Guida ai monti d’Italia “Adamello, vol.I”, CAI – TCI, Milano 1984 Tempo di percorrenza : ore 3 Quota di partenza: m. 1750 Dislivello: m. 540 Difficoltà: E – Escursionistico Periodo consigliato: Giugno - ottobre Regione: Trentino Alto Adige Provincia: Trento Valle/zona: Valle di Daone
Situata alle falde meridionali del monte Cornetto alto 2060 metri e sulla sponda orientale del Rio cavallo, la città di Folgaria è una famosa stazione turistica affollata sia durante la fresca stagione estiva che durante l’affascinante stagione invernale. Città che ancor oggi si fregia dell'appellativo risalente al XII secolo di Magnifica Comunità, la città di Folgaria fa parte delle città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per i numerosi sacrifici effettuati dai suoi cittadini che si operarono con grande impegno e amor per la patria in attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. In questo luogo, turisti amanti della natura incontaminata, nonchè sportivi appassionati degli sport invernali affollanno le vie cittadine soprattutto nella stagione invernale quando i numerosi impianti presenti in questa stupenda area sciistica sanno rispondere alle esigenze di tutti gli sportivi dai principianti ai più esperti.
Folgaria è una delle più antiche comunità del Trentino. Di origine tedesco cimbra, nel corso della sua storia plurisecolare ha lottato duramente contro il potere feudale in difesa dei suoi privilegi di comunità libera e indipendente: per questo si fregia ancora del titolo onorifico di Magnifica Comunità. I suoi centri frazionali sono sette: Costa, Serrada, Guardia, Mezzomonte, San Sebastiano, Carbonare e Nosellari. L'altopiano folgaretano è una delle più rinomate località turistiche del Trentino, ottimamente attrezzata per la vacanza estiva e per la vacanza sulla neve. A poche decine di metri dal centro, lungo la circonvalazione, si trova il palasport, grande struttura che ospita una grande palestra, due piscine, un centro fitness ed un area adibita ad eventi congressuali.
Questo paese sul fiume Avisio è il centro economico della valle, come era già nel 14. secolo, di questo testimonia anche il “Palazzo della Regola” nel centro del paese. Qui dovevano consegnare i proprietari dei feudi le “regalie” ai principi vescovi al giorno di San Martino, l'11 novembre. I “feudatari” esistono ancor oggi, sono circa 800, le famiglie con i cognomi più antichi. Qui a Predazzo, nella Scuola Alpina della Guardia di Finanza vengono addestrati anche i militari Fiamma Gialla del soccorso alpino. Nella caserma, costruita nel 1916 dagli austriaci, è ospitata oggi anche il Museo Storico della Scuola Alpina che fa conoscere le origini e lo sviluppo del soccorso alpino. Ma il più interessante per me era la visita nel Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, il più importante nella Valle di Fiemme e in Val di Fassa. Qui ho conosciuto meglio come sono nate le Dolomiti e oltre la loro storia vi sono esposti certamente bellissimi campioni geologici dei minerali che compongono i Monti Pallidi.