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Sapori e Cultura percorrendo le Corti Reggiane

Emilia Romagna, pamigiano
Emilia Romagna, pamigiano

Per gli amanti degli itinerari enogastronomici, una delle regioni italiane da non perdere è l'Emilia-Romagna. Qui il buon vino ed il cibo gustoso, rigorosamente prodotti e lavorati in loco, raggiungono vette strepitose. Tradizioni agricole che si tramandano con entusiasmo e grandi capacità imprenditoriali, un rapporto quasi morboso con il fiume Po ed i numerosi canali che rendono questa terra così fertile caratterizzano la zona di Reggio Emilia, un territorio che, snodandosi lungo la Via Emilia, mette a disposizione del visitatore splendide testimonianze storiche ed artistiche.


Questa parte della pianura Padana, detta la "Bassa Emiliana", oltre ad essere la patria del Parmigiano-Reggiano, dell'aceto balsamico e del Lambrusco, è anche la terra di Peppone e Don Camillo, protagonisti dei racconti di Guareschi tradotti in decine di lingue, che in questi luoghi vivevano le loro furiose liti, regolarmente risolte davanti ad un bicchiere di vino ed una fetta di culatello. 


La Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane si snoda nella provincia di Reggio Emilia, in un percorso di circa 300 chilometri che tocca antiche cittadine e piccoli borghi, teatro, nei secoli scorsi, della vita delle Signorie che regnavano in questi luoghi: dagli Estensi ai Da Correggio, dai Gonzaga ai Visconti e ai Bentivoglio. Le corti erano lo scenario dove si svolgeva la vita quotidiana, sia quella delle importanti famiglie padane, con i loro palazzi, i porticati e le piazze, sia quella dei contadini, con i terreni, gli animali da allevare ed il rapporto conflittuale con il Po, fonte di vita come fonte di disgrazia a causa delle alluvioni che sottraevano improvvisamente terra ad un podere per regalarne ad un altro. Nell'ambiente contadino, tipica era la figura femminile della "rezdora", la reggitrice, la donna di casa deputata a trasmettere alle ragazze più giovani i segreti dell'arte culinaria.


La gastronomia di queste terre si basa sulla carne di maiale, lavorata in insaccati e prosciutti, sui tortelli alla zucca, sugli agnolotti e sui vini, consumati freschi, come il Lambrusco, oppure trasformati con sapienza in aceto balsamico, vero oro nero di queste terre.

La capacità di queste popolazioni di riunirsi in cooperative e consorzi non trova eguali in Italia, ed è proprio la forma di consorzio che i produttori locali hanno scelto per dar vita ad un itinerario organizzato. 


Sono disponibili diversi pacchetti di viaggio che toccano le "Signorie Padane". Grazie alla natura pianeggiante di queste terre, la bicicletta è il mezzo di trasporto più diffuso. Ed è proprio in sella ad una bici, facilmente noleggiabile, che consigliamo di seguire questi itinerari del gusto, alla scoperta delle Corti Reggiane.


Partendo da Reggio Emilia, nell'alta pianura emiliana, il visitatore ha già l'opportunità di vedere le numerose testimonianze storiche di epoca medievale, rinascimentale, neoclassica e barocca. Dalle splendida Piazza dei Leoni, con la chiesa di San Prospero, a Piazza del Monte, con il palazzo del Capitano del popolo, passando per la Sala del Tricolore, oggi sede del consiglio comunale, fino alle due basiliche, dedicate a San Giorgio e alla Madonna della Ghiara, per finire con la rigorosa Cattedrale romanica, il capoluogo emiliano abbraccia il turista coinvolgendolo nelle sue vicende storiche e nelle passioni. 


Alle porte di Reggio Emilia, prima di iniziare il viaggio nelle Corti, un luogo da non perdere è la quattrocentesca villa del Mauriziano.

Senza ancora aver lasciato la città, siamo già nel cuore dell'enogastronomia della Bassa:

i salumi tipici, i cappelletti (una sorta di tortellini), i tortelli di zucca, l'erbazzone, l'aceto balsamico ed ovviamente gli immancabili formaggi, Parmigiano Reggiano su tutti, sono i classici della cucina Reggiana. Accompagnati dai vini più consumati, il Lambrusco, frizzante e dal colore rosato, ed il bianco di Scandiano, questi cibi sono a disposizione del turista pressoché ovunque. In queste terre, mangiare male é davvero difficile.


Percorrendo la via Emilia verso est, si arriva a Rubiera, sede della Corte Ospitale. Qui, in un antico ospedale risalente al cinquecento, deputato in passato alla cura ed al ristoro dei pellegrini, sono state ricavate sale da museo nelle quali il turista scopre le bellezze legate all'ambiente. Una parte dell'edificio é la sede del Consorzio del Parco Fluviale del Secchia.


Proseguendo il tragitto in direzione nord, si incontrano in sequenza San Martino al Rio, con la suggestiva rocca estense, oggi sede del Museo dell'Agricoltura e del mondo rurale, e Correggio. La cittadina, nota ai più giovani come luogo di nascita del cantante rock Luciano Ligabue, è uno splendido esempio di centro medievale con chiare influenze longobarde.

La nobile famiglia dei Da Correggio, che progettò una vera rivoluzione urbanistica ha lasciato il segno un po' ovunque. Il punto più alto di questa opera è il rinascimentale Palazzo dei Principi. Una visita meritano sicuramente anche le linee neoclassiche del Teatro Asioli, costruito dove un tempo sorgeva il palazzo di Nicolò II.


A poca distanza da Correggio si trova la Corte di San Bernardino, a Campagnola Emilia.

La corte, oggi conosciuta anche come Casa Folloni, era già nota nel XII secolo come Villa dei Reatini. Nel 1423, la villa ospitò San Bernardino da Siena, predicatore francescano e grande oratore, impegnato a propagandare il nome di Gesù. 

Il percorso, ancora in direzione nord, prima di arrivare alle "terre del fiume" della Bassa Reggiana, metta a disposizione le due località di Rolo, con il suo museo della Tarsia, e Reggiolo, famosa per la sua splendida rocca.


Proseguendo verso ovest, ecco le terre del Po, con i suoi navigli e l'entroterra in stretto rapporto con il fiume, "strada d'acqua", luogo di svago e di pesca, alleato prezioso e a volte capriccioso dei campi e degli agricoltori.

Nella prima località, Luzzara, troviamo il museo nazionale delle arti Naïves intitolato a Cesare Zavattini e la chiesa di San Giovanni, in stile romanico. Proseguendo si giunge a Guastalla. Già insediamento abitativo degli Etruschi, fu utilizzato dai longobardi come posto di guardia contro i bizantini, stabilitisi a Mantova. Nel 1428, con la cessione di Guastalla alla nobile famiglia Torelli, il borgo divenne Contea. La centrale Piazza Mazzini, tipica piazza emiliana circondata da portici, ospita il palazzo Ducale, la cinquecentesca Cattedrale di San Pietro Apostolo ed il Municipio. Da non perdere anche la biblioteca Maldotti, che ospita circa 100.000 volumi, oltre a preziosi manoscritti e dipinti del 600 e del 700.


Quanto al gusto, qui siamo nei "comuni rivieraschi", e la cucina tipica è legata al pesce di fiume: risotto all'anguilla affumicata, gnocchi di luccio e storione in umido.

A poca distanza si incontra la perla rinascimentale di Gualtieri, con la splendida Torre dell'Orologio a svettare in Piazza Bentivoglio, e l'omonimo palazzo che contiene capolavori dell'arte rinascimentale. Per approfondire il rapporto che lega queste popolazioni al fiume, il successivo paese di Poretto è perfetto. Famoso anche per le gustose cipolle in agrodolce, il paese ospita un attrezzatissimo porto fluviale ed il Museo del Po e della navigazione interna.

Spostandosi di pochi chilometri a sud, eccoci a Brescello, uno dei paesi più noti della Bassa Emiliana, in quanto ambientazione dei racconti di Don Camillo e Peppone. Fortificato e reso città-fortezza cinta da mura e fossato dagli Estensi, Brescello ospita il museo di Don Camillo e Peppone e si caratterizza per uno dei dolci emiliani più apprezzati, la Spongata, un dolce speziato a pasta morbida del quale si narra fosse golosissimo Giuseppe Verdi.


Testimonianze archeologiche si possono vedere raggiungendo Poviglio ed il suo museo della Terramara. Qui sono raccolti oltre 500 manufatti in bronzo, ambra e ceramica, risalenti all'età del bronzo. Le terramare, tipiche dell'Emilia, erano degli snodi commerciali dove venivano stipate le merci in attesa di essere esportate in tutto il mondo conosciuto nell'età del bronzo.

Proseguendo nel viaggio nella bassa pianura reggiana si arriva a Gattàtico.

Qui, nella casa abitata dalla famiglia Cervi fin dal 1934 è stato ricavato il Museo Cervi, museo della resistenza e delle lotte dei contadini nelle campagne. Il museo si trova tra i comuni di Gattàtico e Campegine, ed è nel territorio di quest'ultimo che appare la Corte Valle Re.

In passato la corte era il centro di un abitato che comprendeva case coloniche, mulino ed un caseificio, immersi nel centro di un vasto podere agricolo. E' oggi particolarmente interessante per un sistema di canalizzazione sotterranea delle acque.


Le tre tappe che concludono questo viaggio nel gusto e nell'arte della Bassa sono Cadelbosco di Sopra, Cadelbosco di Sotto e Novellara.

Nel comune di Novellara spiccano la Collegiata di Santo Sefano, originaria del 500, la cui facciata é stata modificata intorno al 1750, il Teatro della Rocca, costruito nella seconda metà dell'800 e sede di numerose rappresentazioni d'opera, che conta nella Bassa un numero di estimatori impressionante, e soprattutto la Rocca dei Gonzaga, con l'alta Torre "del campanone". La corte locale ebbe il suo apice nel XVI secolo. Nel 1546, Donna Costanza Gonzaga accolse il pittore Lelio Orsio, originario di Novellara, il quale realizzo alcune delle più belle decorazione mitologiche della Rocca. I dintorni del comune, un tempo paludosi e malsani, sono stati bonificati ed ospitano oggi l'Area di riequilibrio Ecologico.


A conclusione di questo itinerario non rimane che tornare verso Reggio Emilia, consapevoli di aver solo sfiorato un insieme di tradizioni, testimonianze storiche e sapori che meritano un approfondimento. Possiamo già iniziare a programmare la prossima escursione lungo la strada dei sapori e dei vini delle Corti Reggiane.

Scritto da Clara Valeri - Ultima modifica: 06/09/2021

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