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La Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini

Emilia Romagna, Piacenza strada dei vini
Emilia Romagna, Piacenza strada dei vini

Piacenza e la sua provincia, a cavallo tra Emilia Romagna e Lombardia, rappresentano il meglio di due mondi. Alla passione per la buona cucina e la naturale attitudine al divertimento, aspetti tipici della gente della via Emilia, si uniscono il senso pratico e le capacità lavorative dei lombardi.


Ambientata nella pianura Padana, sulla riva destra del Po, l'agricoltura di queste terre trova due ulteriori alleati nel fiume Trebbia e nel torrente Nure. Pochi chilometri fuori la città iniziano i colli piacentini, primi rilievi collinari che arrivano ad innalzarsi fino all'Appennino ligure. Le quattro vallate che circondano la città prendono i nomi di Val Tidone, Val D'arda, Val Trebbia e Val Nure.


E' su queste colline che, fin dal tempo degli antichi Romani, si producono vini di qualità eccellente, esportati nella vicina Francia già dal duecento.

A far apprezzare queste terre, che all'eccellenza dell'enogastronomia coniuga elementi storici ed architettonici di assoluto rilievo, provvede la "Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini".

Si tratta di un vero e proprio itinerario enogastronomico, che tra un borgo medievale ed un'abbazia, permette di vivere l'atmosfera di questi luoghi, gustandone i cibi e scoprendo il lavoro che dietro questi prodotti si cela. Qui la frenesia della vita contemporanea viene messa da parte in favore di uno scorrere lento del tempo, in armonia con la natura.

La lista degli splendidi vini prodotti in questo territorio è davvero notevole, così come è grande la capacità dei produttori locali di aggiornarsi proponendo nuovi sapori ottenuti da sapienti miscelazioni dei vitigni. I vini D.O.C. dei colli piacentini sono diciotto. Se in passato si apprezzava il Gutturnio, il Trebbiano Val Trebbia, ed il Monterosso della Val d'Arda, in seguito si è iniziato a diffondere il Bonarda, il Sauvignon, la Barbera, il Pinot Nero, la Malvasia, fino ad arrivare al Cabernet Sauvignon, allo Chardonnay e ai Pinot spumante. Come a dire, la produzione vinicola che il mondo ci invidia. 

Iniziamo quindi questo viaggio, che le associazioni locali propongono in due varianti, oltre alla citata "Strada dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini", si può effettuare il percorso sulla "Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina".


Nel primo caso si rimane nel territorio centrale della zona di Piacenza. In un susseguirsi di colline che ospitano castelli e ville, lungo l'antica via dei pellegrini, la Via Francigena, si snoda un itinerario di 250 chilometri complessivi. 

Il percorso si può iniziare da Fiorenzuola d'Arda o da Castel San Giovanni.

Quest'ultimo, antico borgo mercantile situato a due passi dal Po, è il luogo di produzione di uno dei formaggi locali più apprezzati, la Robiola piccante. Le sorgenti naturali di Fontana Predosa e la Collegiata trecentesca sono assolutamente da vedere.


Proseguendo verso la Val Tidone lo sguardo si posa sui vigneti e sui castelli medievali, ed in seguito feudali, che caratterizzano la zona. Ziano Piacentino e Borgonovo Val Tidone rappresentano due punti imperdibili. La Rocca del duecento, e la collegiata gotico-lombarda sono le testimonianze dei fasti di antiche famiglie, come i Dal Verme. Questa nobile famiglia piacentina aveva il suo centro nevralgico nella successiva Pianello Val Tidone, presso la quale è ancora visibile la Rocca d'Olgisio, che insieme alla Rocca municipale, sede del museo archeologico, rappresentano due tra le testimonianze storiche più importanti della zona.

Lasciata Pianello, risalendo la valle, i più golosi potranno fare una visita a Nibbiano. Qui, gustando i tartufi che crescono nei boschi limitrofi, si potrà ammirare la splendida torre medievele che si trova all'ingresso del Borgo.


Proseguendo verso nord, costeggiando il torrente Luretta, si incontrano Agazzano e Gazzola.

Il territorio è caratterizzato dal Castello di Rivalta, che è oggi adibito a museo. Per secoli proprietà della famiglia Zanardi Landi, all'interno della maestosa torre cilindrica è possibile ammirare alcune uniformi usate nella battaglia di Lepanto. L'itinerario mette a disposizione ancora tre splendidi castelli, in direzione nord presso Niviano, e a sud con Statto e Montechiaro. 


Sempre all'insegna di arte e splendida cucina, ci si può dirigere verso Bobbio.

Siamo in Val Trebbia, e una volta attraversati gli splendidi vigneti che producano le uve bianche, si arriva alla città resa celebre dal Ponte Gobbo, con le sue undici arcate diseguali che la leggenda narra sia nata da uno scontro tra San Colombano e Satana. Al Santo è dedicata la vicina Abbazia, di epoca medievale. Bobbio, oltre che per i tartufi ed i funghi, è anche celebre per le sue lumache, piatto piuttosto particolare che stupirà anche i palati più raffinati. Dirigendosi verso la Val Nure, già luogo di estrazione mineraria, si incontrano il borgo medievale di Grazzano Visconti e l'antico insediamento longobardo di San Giorgio Piacentino, che ospita un castello le cui origini sono precedenti all'anno mille.


Procedendo verso sud da vedere assolutamente i ritrovamenti archeologici ed il castello trecentesco di Vigolzone, ed in sequenza, Ponte dell'Olio, sulle rive del Nure, luogo nevralgico per il passaggio dei prodotti dei frantoi liguri, e, ancora verso sud, la località di Bettola. Il borgo, diviso in due parti dal fiume, è famoso per la produzione di salumi e della tipica coppa di maiale. 


Il viaggio prosegue in val d'Arda. Dopo l'occasione di visitare alcune tra le più suggestive testimonianze archeologiche in località Veleia Romana, si arriva a Castell'Arquato.

Splendido esempio di borgo medievale pressoché intatto, offre al visitatore, tra un assaggio della gastronomia locale ed un sorso di Monterosso DOC, il Palazzo Pretorio e la Rocca, nella parte alta, ed il Museo Geologico dell'Ospedale vecchio nella parte inferiore.

All'interno del territorio, la possibilità di una rilassante partita a golf nel Golf Club Castell'Arquato. 


Attraversata la Val d'Arda, si giunge a Vernasca, dove è possibile visitare il Parco regionale fluviale dello Stirone. Nella vallata, quasi al confine con i territori del comune di Parma, si trova uno dei borghi più belli dell'intera provincia: Vigoleno. Dal borgo si dominano i vigneti Vin Santo Doc. La piazza, le chiese romaniche ed il castello sono testimonianze splendidamente conservate dei fasti del passato.

Presentando il territorio piacentino due differenti aspetti, dopo le valli è d'obbligo una visita alle pianure ed alle terre del Po. 


La "Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina" presenta un percorso più breve, di circa 80 chilometri. Qui il paesaggio è quello degli argini del grande fiume, nebbiosi in inverno e caldissimi in estate. Terra di grandi tradizioni contadine e di prodotti enogastronomici di altissimo livello, la bassa piacentina è abitata fin dalla preistoria, come dimostrano reperti di epoca neolitica.

Iniziamo il nostro itinerario da Caorso. I primi documenti scritti relativi al luogo risalgono al XIII secolo. Qui si fa già un accenno alla Rocca, risalente al 1205. La Collegiata di Caorso, anch'essa di origine medievale, racchiude oggi i resti di importanti affreschi del quattrocento.

Appena usciti dal Borgo, si estende l'osai naturalistica De Pinedo. Qui la vegetazione che circonda il Po fornisce l'habitat perfetto per la nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici. Proseguendo lungo il grande fiume si arriva al borgo fluviale di Monticelli d'Ongina.

Il borgo è caratterizzato dai portici, elemento tipico dell'architettura di queste terre, e dalla Rocca edificata dai Pallavicino. Elemento architettonico con funzioni difensive, cinta da un fossato, la Rocca contiene al suo interno, oltre ai preziosi affreschi di Bonifacio Bembo, il museo Etnografico e l'Acquario del Po, ed il museo della civiltà contadina.


Poco distante, Castelvetro, di origine romane, affascina i visitatori con la Chiesa di San Giovanni Battista, che, risalente al X secolo e con una facciata rivisitata nel settecento, contiene una pregevole Assunta dipinta nel cinquecento da Vincenzo Campi.

Siamo nelle terre di Giuseppe Verdi. Nella frazione di Sant'Agata, presso Villanova sull'Arda,

sorge la villa che il Cigno di Busseto (questo il soprannome di Verdi, dovuto all'eleganza delle sue composizioni) fece trasformare nel 1849, da semplice casa colonica in Villa Romantica.

Una visita merita sicuramente anche il castello a pianta quadrata di San Pietro in Cerro.

Al suo interno é visibile il MIM, Museum in motion, dedicato all'arte moderna. Per tornare all'arte più tradizionalmente apprezzata, basta recarsi nella vicina Chiesa di San Pietro, con i suoi dipinti del seicento e del settecento.


Completano questo viaggio nelle terre del Po il centro agricolo di Besenzone, già abitato in epoca preistorica, come dimostrano i resti dei villaggi su palafitta risalenti all'età del bronzo,

e Cortemaggiore. Già luogo strategico per l'impero di Carlo Magno, nel quattrocento venne completamente sconvolta dal nuovo assetto urbanistico. Cortemaggiore divenne un centro modello nel rinascimento: la pianta rettangolare della cittadina venne divisa in settori, ognuno dei quali razionalmente affidato alle diverse classi sociali. Fu un centro fiorente sotto i Pallavicino, ma finì per crollare a causa delle lotte intestine. Caratterizzata dagli immancabili portici, Cortemaggiore ospita la splendida Collegiata di Santa Maria della Grazie e la Chiesa della Santissima Annunziata con il Convento dei Francescani.

E' la meta conclusiva perfetta per un viaggio all'insegna dei sapori, della storia e della tradizione. Elementi che in queste terre, in modo semplice e quasi inconsapevole sono presenti in ogni luogo.

Scritto da Loris Bernardi - Ultima modifica: 04/09/2021

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