L'uomo si sente pur padrone della Terra e delle sue acque ma quando sale sul dorso di un vulcano o vede una questa frenetica corsa e forza dell'acqua sente quello che è veramente: una piccola formica, un ospite. Con alcuni amici volevamo sentirci in questo modo e siamo andati “all'appuntamento” con la cascata più alta d'Italia (315 m), il 22 agosto. Siamo arrivati il giorno prima e dopo aver pernottato a Valbondione, abbiamo cominciato prestissimoo la nostra lunga camminata sul sentiero nr. 305. Questa ci ha portato dopo una bella salita sul 1925 m, al Rifugio Curò. Abbiamo portato abbastanza acqua perché lungo il percorso non ce ne sono fontane. Siamo arrivati appena in tempo per l'apertura della diga, che dal Lago del Barbellino faceva piombare ca. 5 m³ acqua/secondo sulle rocce nere. Il piccolo pubblico applaudiva che però si sentiva poco per il rumore della cascata. Attraverso le gocce frantumate si è formato l'arcobaleno e mi sembrava di essere in un mondo incantato, dove in qualsiasi momento potesse presentarsi davanti a me un essere magico. Lo spettacolo purtroppo dura solo mezz'ora e ho visto poche cose così triste, come quando dopo la chiusura della diga la corsa dell'acqua veniva sempre meno. Alla fine sono rimaste solo le pareti di rocce umide, più nere di prima, come segno di lutto per l'arresto arbitro di questo flusso meraviglioso della Natura.
Località di villeggiatura estiva ed invernale posta a soli 40 chilometri da Bergamo, la Conca della Presolana costituisce il comprensorio turistico più importante del bergamasco. L'attrattiva paesistica più importante è costituita dal gruppo dolomitico della Presolana che domina la conca ricca di pinete, vallette e corsi d'acqua. La cosiddetta ‘Conca’ è un vasto e verdeggiante altopiano che si estende a sud del massiccio della Presolana e delimitato ad est da una catena montuosa che parte dal Passo della Presolana, naturale valico di collegamento con la Valle di Scalve. Civilizzata, fin dall’epoca preistorica, dai vicini Camuni, questa parte della Valle Seriana Superiore conserva ancora oggi i segni della sua storia millenaria. Di particolare interesse sono i borghi medievali, le chiese in stile barocco e medievale e soprattutto le grotte e le caverne, originatesi per l’azione erosiva dell’acqua. In più, alle pendici della Presolana, è possibile ammirare una ricca varietà di specie floristiche endemiche prealpine ed alpine. La Conca della Presolana è costituita da sette stazioni sciistiche: Colere, dove c'è anche una pista naturale di pattinaggio e vari percorsi di sci d'alpinismo, Monte Pora, Presolana, Schilpario, Valcanale e Borno. Qui è possibile praticare, oltre allo sci, anche il pattinaggio su ghiaccio e a rotelle, l’arrampicata e il golf.
Il Canto Alto può definirsi a buon diritto la “montagna di Bergamo” per antonomasia: ben visibile dalla città, con la sua sagoma inconfondibile, è raggiungibile anche disponendo solo di mezza giornata libera. Percorribile pressoché tutto l’anno, tranne nel caso di abbondanti nevicate, la gita si caratterizza per il vasto e suggestivo panorama visibile dalla vetta, sulla quale sorge un gigantesca croce in ferro, realizzata nel 1979 e visibile a decine di chilometri di distanza. Pur essendo facile, l’escursione richiede un minimo di esperienza e di attenzione nell’ultimo ripido tratto in cresta. Dalla cittadina di Alzano Lombardo, all’imbocco della Val Seriana, si raggiunge in auto la frazione Monte di Nese, a 800 metri di quota, in bella posizione panoramica (circa 20 chilometri da Bergamo). Dalla nuova chiesa parrocchiale si prosegue brevemente lungo la strada asfaltata, per poi imboccare sulla sinistra una mulattiera, che in breve conduce su un marcato valico, detto la Forcella. Si piega quindi a sinistra, iniziando a traversare con qualche saliscendi le ripide pendici settentrionali del Monte Cavallo, immersi in un fitto bosco. Si raggiunge quindi un ampio e tondeggiante colle prativo – il Canto Basso - dal quale si prosegue ancora in direzione ovest lungo il comodo crinale, che in seguito di trasforma in cresta, a tratti ripida e accidentata. Con un po’ di fatica e di attenzione ci si porta infine sull’ampia vetta del Canto Alto, con la sua colossale croce: quota 1146 metri, ore 1,30 dalla partenza. Il ritorno si svolge lungo il medesimo percorso della salita, e richiede circa ore 1,15. Nei secoli bui del medioevo, nel pieno delle sanguinose dispute tra Guelfi e Ghibellini, esattamente sulla sommità della montagna, in forza della sua eccezionale posizione strategica, venne eretto un vero e proprio fortilizio, più volte documentato. Probabilmente doveva trattarsi di una struttura fortificata di ragguardevoli dimensioni, come hanno dimostrato alcuni scavi eseguiti nel 1978, che portarono alla luce tra l’altro una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, indice della presenza di un gruppo non limitato di soldati. Da segnalare inoltre che ci troviamo nel cuore del Parco dei Colli, un’importante area protetta che in questi decenni ha avuto il grande merito di conservare pressoché intatto il vasto e suggestivo susseguirsi di colline che fasciano a nord la città di Bergamo.Scheda TecnicaTempo di percorrenza : ore 2.45Quota di partenza: m. 800Dislivello: m. 400 circaDifficoltà: T – TuristicoPeriodo consigliato: Tutto l’anno, in assenza di neRegione: LombardiaProvincia: BergamoValle/zona: collinaScopri tutte le altre escursioni in montagna in Lombardia
Il Rifugio Antonio Curò rappresenta una delle mete escursionistiche più ambite e frequentate dell’intera provincia di Bergamo: facile senza essere banale, faticosa ma non proibitiva, permette a tutti di avvicinarsi al magico mondo dell’alta montagna. Il rifugio è infatti situato all’imbocco della Conca del Barbellino, ricca di laghi, montagne rocciose, ghiacciai piccoli ma interessanti, fauna e flora pregiate, vette che sfiorano i tremila metri…. In una parola, un vero paradiso per l’escursionista, senza nessun rimpianto per altre e ben più celebrate montagne. La gita si svolge in gran parte su una comoda mulattiera, nella parte alta intagliata nella viva roccia. Dall’abitato di Valbondione, in alta Valle Seriana (quota 888 metri, 52 chilometri da Bergamo) si inizia a percorrere il sentiero che si inoltra, con regolare salita, nel fitto del bosco, avvicinandosi alla testata della valle, sul versante idrografico sinistro. All’uscita del bosco, sempre sull’inconfondibile tracciato, si attraversano alcuni canali (possibili resti di valanga a inizio stagione), giungendo alla base del salto roccioso che chiude la valle, presso un bivio. Piegando a destra, si prosegue lungo la mulattiera con alcuni lunghi e regolari tornanti (la cosiddetta “panoramica”) fino al tratto finale pianeggiante, inciso nella roccia. Viceversa, proseguendo diritti al bivio, si affronta la faticosa “scorciatoia” che, con innumerevoli svolte e un poco d’attenzione, supera direttamente il salto roccioso. In entrambi i casi, si raggiunge infine il grande edificio del Rifugio Antonio Curò: quota 1915 metri, ore 2,30 seguendo la “scorciatoia”, circa 3 ore con la “panoramica”. Il ritorno si svolge lungo il medesimo percorso della salita e richiede ore 1,30 (2 con la “panoramica”). VARIANTE: da Valbondione è possibile portarsi in auto alla frazione Grumetti (dove parte la funivia ENEL, limitate possibilità di parcheggio, quota 970 metri). Un ripido sentierino nel bosco permette di raggiungere la mulattiera dell’itinerario principale, risparmiando 20 - 30 minuti. Scheda Tecnica:Tempo di percorrenza : ore 4Quota di partenza: m. 888Dislivello: m. 1027Difficoltà: E - EscursionisticoPeriodo consigliato: giugno - novembreRegione: LombardiaProvincia: BergamoValle/zona: Valle SerianaScopri tutte le altre escursioni in montagna in Lombardia!