Gli ebrei non hanno mai avuto vita facile nel corso dei secoli. L’acme dell’antisemitismo è stato raggiunto durante la Seconda Guerra Mondiale, quando milioni d’uomini, donne e bambini furono disumanamente uccisi e torturati; tuttavia l’usanza di ghettizzare gli ebrei in zone specifiche risale al Medioevo. Per il popolo ebraico, la libertà di culto e l’uguaglianza davanti alla legge furono possibili soltanto nel 1866.
Il loro arrivo a Venezia risale al X secolo, ma soltanto dal 1516 furono costretti a risiedere nella zona chiamata Ghetto Nuovo. Gli ebrei arrivati dal Portogallo e dalla Spagna, nel 1541, essendo ricchi mercanti furono autorizzati ad abitare nel Vecchio Ghetto dove costruirono bellissime Sinagoghe, la Scola Spagnola e la Scola Levantina di cui si consiglia una visita guidata. Gli ebrei erano liberi di muoversi durante il giorno, ma con l’obbligo di indossare un berretto oppure un distintivo giallo, mentre dopo la mezzanotte e fino all’alba erano segregati nel ghetto.
Il Ghetto era sovraffollato e gli edifici arrivavano fino a sette piani. L’edificio che in passato fu la Scola (Sinagoga) Tedesca, più modesta rispetto a quelle costruite dai portoghesi e spagnoli, oggi ospita il Museo Ebraico, dove consigliamo una visita. Girando per le strade del ghetto si potranno trovare le pasticcerie specializzate nei deliziosi dolci tipici della culinaria ebraica.
Tuttora a Venezia vivono tantissimi ebrei, ma pochi rimasero nel ghetto.