“Roma caput mundi”, Roma centro del mondo, dicevano gli antichi con riferimento alle bellezze architettoniche e alla storia gloriosa della città. E, se l’accostamento non pare irrispettoso, “Roma caput mundi” anche per quanto riguarda la cucina, che affonda le sue radici nella tradizione rustica e popolare del Lazio. Difficile scegliere tra tante delizie. Si può cominciare con una bruschetta dal pungente sentore di aglio o con una mozzarella in carrozza, antipasto composto da fette di pane ripiene di mozzarella tuffate nel latte, nell’uovo e poi fritte.
Tra i primi cosa preferire tra gli spaghetti alla carbonara, i bucatini all'amatriciana, i bucatini cacio e pepe e gli gnocchi alla romana? Per chi ama i sapori originali, sono poi da provare i rigatoni con la pajata (possibilmente informandosi prima sugli ingredienti con cui è composto questo piatto). Grande scelta anche tra i secondi: coda alla vaccinara, saltimbocca alla romana e costolette d'abbacchio la fanno da padroni sulle tavole dei ristoranti romani.
Da non perdere come contorno i gustosissimi carciofi alla giudia, piatto tipico della tradizione giudaico-romana. Con quale vino accompagnare questi piatti? Non c’è che una risposta: il vino dei Castelli Romani. Le colline a sud est di Roma sono associate nell’immaginario collettivo alle scampagnate fuori porta con tappa nella classica trattoria dove l’oste serviva il vino direttamente dalle botti.
I vini dei Castelli Romani, in prevalenza bianchi e ottenuti dai vitigni Malvasia e Trebbiano, prendono il nome dalle località da cui traggono origine: Frascati, Marino, Colli Albani. Vini freschi e leggeri, che si lasciano bere con piacere, con il solo “rischio” di finire per cantare allegramente il ritornello della popolare canzone: “portace n’altro litro che noi se lo bevemo!”