Gli abitanti dell'Emilia-Romagna sono un esempio unico di capacità imprenditoriale e di passione per le tradizioni. Con una legge del 2000, l'amministrazione regionale ha creato le "Strade dei Vini e dei Sapori". Un sistema intelligente di trasformare le attività produttive, tipiche di queste terre, in attraenti pacchetti di soggiorno turistico all'insegna della cultura e del gusto.
Cosa c'è di meglio di visitare una terra prevalentemente pianeggiante in bicicletta, lungo un percorso di 2000 chilometri complessivi che si snoda tra agriturismi, tenute agricole, caseifici e salumifici che, oltre ad illustrare le tecniche di produzione, offrono assaggi di prodotti eccellenti?
Se a questo si aggiunge l'importanza storica dei luoghi, e la presenza di innumerevoli chiese, castelli, musei e panorami mozzafiato, incamminarsi su uno di questi itinerari è davvero d'obbligo.
Nel comune di Parma le versioni locali di queste "strade del gusto" sono la "Strada del prosciutto e dei vini dei colli Parmensi", e la "Strada del Culatello". Un fiorire di iniziative intelligenti che attira turisti da ogni parte del mondo. Dall'iniziativa "500 biciclette sulla strada del prosciutto", che mette gratuitamente a disposizione biciclette e guide turistiche per accompagnare i visitatori presso i consorzi di allevatori, alla possibilità di gustare il Parmigiano presso i caseifici, le colline del territorio parmense sono un concentrato di idee ed attrattive turistiche.
Particolarmente apprezzabile è l'attenzione riservata alle nuove tecnologie: oltre ai canali tradizionali, le iniziative collegate alla "Strada del Prosciutto e dei vini di Parma" vengono promosse attraverso modernissime mappe GPS che il visitatore può scaricare ed utilizzare con uno smartphone o sul proprio navigatore satellitare.
Ecco dunque un itinerario di circa 40 chilometri, che si può percorrere in macchina in una giornata. Il consiglio è quello di prendersi qualche giorno in più ed affrontare il percorso in bicicletta, visto che si tratta di luoghi dove la fretta è messa al bando e le abitudini degli abitanti seguono il ritmo della terra.
L'itinerario, partendo da Parma, si dirige verso le colline che danno vita alle valli del Parma e del Baganza. A circa 10 chilometri di distanza si incontra Collecchio, oggi importante centro commerciale ed industriale. Nel territorio di Collecchio è possibile visitare il Parco regionale fluviale del Taro. Si tratta di un vero e proprio paradiso per la fauna, soprattutto quella migratoria, composta in prevalenza da uccelli, che utilizzano i 2.500 ettari del parco come un corridoio naturale per spostarsi stagionalmente dalla Padania al Tirreno. La vegetazione è splendida, con salici, pioppi, tife e giunchi a farla da padrone.
Proseguendo in direzione di Sala Baganza si incontra quello che è forse il parco regionale più bello dell'Emilia-Romagna: il Parco dei Boschi di Carrega. Qui, le distese di querce, conifere e castagno sono interrotte da torrenti, prati e laghetti. All'interno della riserva naturale sono presenti il parco di Lilliput, ideato per trasmettere la conoscenza ambientale ai più piccoli, e l'Orto officinale, con le sue 33 varietà di piante aromatiche e medicinali.
Una sorpresa gradita, all'interno dei Boschi di Carrega, é il Vivaio forestale Scodogna, attrezzato per le visite dei disabili. Nel nostro breve viaggio verso Sala Baganza, una visita a Talignano permetterà di vedere la Pieve di San Biagio, struttura del 1200 che ospitava i pellegrini in transito lungo la via Francigena. Una volta raggiunto l'antico borgo di Sala Baganza, ci si lascia ammaliare dalla splendida Rocca, simbolo del luogo.
Proseguendo il nostro percorso, eccoci a Felino. Qui i simboli sono due, lo splendido castello ed il Salame di Felino, noto a livello internazionale per il perfetto mix di carne magra e grassa di suino, alla quale vengono aggiunti sale e spezie. La cura, il dosaggio degli ingredienti ed il microclima di queste terre sono essenziali per ottenere questi sapori che, accompagnati ad un buon bicchiere di Lambrusco, lasciano il turista davvero soddisfatto. Il Castello di Felino, costruito nell'anno 890 per volere del Nobile Marchese Luppone, venne in seguito ampliato fino a raggiungere il massimo splendore alla fine del XIV secolo. Tra le famiglie che lo hanno abitato, i Pallavicino, gli Sforza, i Lampugnani ed il Marchese du Tillot. Prima di essere venduto agli attuali proprietari, che lo hanno restaurato completamente e reso ancora più suggestivo con una sapiente illuminazione notturna, il Castello di Felino apparteneva ai Vescovi di Parma, che lo custodirono dal 1775 al 1935.
Proseguendo ancora sul nostro itinerario del gusto si arriva a Calestano, patria del meraviglioso Tartufo di Fragno. Nel periodo che va dalla fine di ottobre a novembre si svolge la fiera di questo squisito tubero, apprezzato già dagli antichi Romani.
Un breve tragitto a ritroso e si raggiunge Torrechiara. Qui è visibile uno dei più bei castelli della regione. Esistente già dall'XI secolo, fu ricostruito tra il 1448 ed il 1460 da Pier Maria Rossi, della nobile famiglia che regnò per oltre cento anni su Felino, in onore dell'amata Bianca Pellegrini. All'interno del castello è imperdibile la Camera d'oro, che deve il nome alle foglie di oro zecchino usato per le finiture delle pareti. Altrettanto splendidi sono gli affreschi di Benedetto Bembo raffiguranti scene di amore cavalleresco.
Per dare un'idea delle dimensioni dell'itinerario, si calcoli che tutte le meraviglie fin qui elencate sono in un raggio di 18 chilometri da Parma. Rimanendo in un territorio relativamente piccolo c'è davvero un mondo da scoprire.
Lungo una delle le rive del torrente Parma si incontra Lesignano, con la Badia Vallombrosana, del 1111, e la Pieve Romanica. Sull'altro lato del torrente si trova Langhirano, capitale di una delle varianti più gustose dell'oro rosso di queste terre: il prosciutto di Parma.
Qui, nella prima settimana di settembre ha luogo il Festival dedicato a questa prelibatezza.
Si incontrano ovunque produttori che fanno parte del consorzio del Prosciutto, con i tipici fabbricati all'interno dei quali le cosce di maiale vengono appesa ad asciugare. Oltre al museo del Prosciutto, Langhirano ospita anche il museo del Risorgimento dedicato alla figura di Faustino Tanara, abitante di Langhirano che si unì a Garibaldi nell'epica Spedizione dei Mille.
Se il prosciutto di Parma è universalmente noto, il Culatello è per la maggior parte delle persone una meraviglia ancora da scoprire. Per rimediare, si può percorrere la "Strada del Culatello". I più pigri la percorrano pure in auto, ma il tragitto, scandito dalla presenza di Rocche suggestive e da echi della presenza di Giuseppe Verdi, merita sicuramente di essere effettuato in bicicletta, lungo le piste ciclabili che costeggiano il Po, o addirittura in barca, sul grande fiume che da sempre custodisce e rende fertili queste terre.
Partendo da Parma si va in direzione della piccola cittadina di Fontanellato, dominata dalla Rocca del quattrocento. Proseguendo in direzione di San Secondo, dopo aver visitato la locale Rocca, costruita da Pier Maria Rossi tra il 1450 ed il 1460, si potranno gustare due delle specialità enogastronomiche più apprezzate: la spalla, ottenuta miscelando il 70% della carne magra della spalla di suino ed un 30% di grasso, e la Fortanina. Si tratta di un vino ottenuto da un vitigno, il Fortana, che cresce quasi esclusivamente nelle zone di San Secondo, Pavarara, Soragna e Busseto. Quest'ultimo comune, che ha dato nella sua frazione di Roncole Verdi i natali a due giganti della cultura italiana come Giuseppe Verdi e Giovannino Guareschi, è, insieme a Zibello, la vera patria del Culatello. Il culatello è ottenuto selezionando una parte della coscia di maiale, utilizzata normalmente per ottenere il classico prosciutto, che viene lavorata solo in una determinata zona, e solo nel periodo dell'anno che va da ottobre a febbraio, quando la nebbia che avvolge la Bassa Padana stende il suo manto su ogni cosa.
Si ritiene il gusto particolare ed unico del Culatello sia dovuto a questi ingredienti. Provate a mangiare una fetta di culatello contraffatto e vi renderete conto della differenza.
Ancora pochi chilometri e si raggiunge Soragna, dove, oltre al già citato vitigno Fortana, la celebrità locale è indubbiamente il Museo del Parmigiano-Reggiano.
All'interno di un antico caseificio, restaurato dal principe Meli Lupi, il tempo sembra essersi fermato all'epoca della produzione artigianale. Tutti gli strumenti e le attrezzature utilizzate per ottenere il Parmigiano sono pezzi d'epoca originali. Circa cento di questi attrezzi, compresa una enorme caldaia a campana di rame, risalente all'ottocento, sono disposti in modo da rendere comprensibile al visitatore il processo di produzione. Dal carretto per il latte che si spingeva a mano ad una motrice a vapore, gli utensili svelano il procedimento necessario per ottenere le classiche "forme" di Parmigiano-Reggiano. Nei pressi si può ovviamente degustare il Reggiano ed acquistare una buona scorta del prezioso formaggio.
Proseguendo per Roccabianca, si incontra ancora una traccia dell'amore di Pier Maria Rossi per la sua amata Bianca Pellegrini. All'interno della Rocca, ancora una volta a lei dedicata, si può ammirare un ciclo di affreschi ispirati al Decamerone di Boccaccio. Dopo la morte di Pier Maria Rossi, il castello passò ai Pallavicino ed in seguito ai Rangoni, nobile famiglia modenese. Presso il castello si possono fare degustazioni di culatello ed acquistare i distillati ed i liquori prodotti dal nuovo proprietario, il Cavalier Mario Scaltriti.
Prima di concludere questo esaltante viaggio del gusto, tornando a Parma, un'ultima visita merita senza dubbio la meravigliosa Reggia di Colorno, con il vicino Parco. la Reggia ha avuto proprietari come il Duca Francesco Farnese e Filippo di Borbone. Pavimenti intarsiati, camini in marmo, portoni in bronzo e lo splendido parco in stile giardino inglese, sono solo alcuni degli elementi architettonici che lasceranno stupefatto il visitatore, prima del ritorno a casa. Appena avrete un fine settimana a disposizione, tornare sarà davvero semplice e, soprattutto, gustoso.