
La storia di questo museo privato è alquanto originale.
Qui, nell’allevamento
Il Portichetto nasce nel luglio 1952 un puledro molto speciale, Tornese.
Un bel sauro con la criniera e la coda bionde, un trottatore che vinse quasi tutti i premi possibili negli anni cinquanta e che fu paragonabile solo al famoso Varenne dei nostri tempi.
Gli edifici della scuderia furono venduti al proprietario di un’azienda produttrice di prodotti per l’infanzia che ne fece uno stabilimento industriale. Dopo anni di lavoro, al cav. Catelli venne qualche senso di colpa e decise di dedicare il luogo ai cavalli.
Così partì il progetto per il museo del cavallo giocattolo. Il risultato possiamo visitare e toccare oggi. Un bellissimo posto dove grandi e piccoli possono ammirare più di cinquecento cavalli a dondolo, giocattolo, da giostra.
Tutti tornano un po’ bambini lì ma soli i bambini veri possono salire sui vecchi destrieri e sognare corse nella prateria e salti sopra fossi e cespugli.
Una collezione bellissima con pezzi unici, raccolti da tutto il mondo. Pezzi fatti a mano, sgualciti dal tempo e dall’uso dei piccoli cavalieri.
I materiali impiegati furono prevalentemente legno come per Edoardo, il cavallo simbolo del museo, fatto da abili artigiani della Valgardena. Anche metallo e cartapesta furono materiali impiegati per produrre gli amici dei bambini.
Ogni cavallo ha il proprio nome, e ce ne sono di tutti i tipi. Dal cavallo della giostra
Hermete, che arrivò a Grandate dall’Ungheria alla delicata Jacqueline, al
cavallo Fortunato in ferro ed a
Tatzuo che viene dalla Cina e che ha girato mezzo mondo.
Ogni cavallo ha la propria storia ed è bellissimo immaginare i bambini di un tempo che cavalcano i loro destrieri.
Davanti al museo vi da il benvenuto l’enorme cavallo a dondolo Roberto. È il cavallo che fu costruito per il film Pinocchio di Roberto Benigni ed è così grande che deve sempre rimanere fuori all’aria aperta.