Andando da Milano in Svizzera per il Passo della Spluga, si passa per forza a Campodolcino, un piccolo paese in territorio italiano che sembra uguale a tanti altri paesini nelle montagne della Lombardia.
Ma se ti fermi e ti informi, ti rendi conto che c’è parecchio da scoprire tra le case grigie e i monti alti:
Il M.U.V.I.S., il Lago Azzurro, la storia dei ‘grapàtt’, Ca’ Bardassa e il giardino botanico.
Ma andiamo con ordine:
Il Muvis è il museo locale, nella frazione Corti in un bellissimo edificio restaurato del ‘500. Il palazzo ‘Palàzz’ in dialetto, che ospita il museo fu in origine probabilmente un’osteria. Il museo mostra la storia della valle, gli antichi mestieri tra i quali quello del‘grapàtt’ e gli ambienti storici in un percorso molto chiaro e piacevole.
Campodolcino fu un centro importante già nel ‘600 e divenne comune autonomo nel 1816, l’economia locale si basò sul trasporto delle merci ma dopo l’apertura dei trafori piemontesi, la popolazione dovette trovare altri mezzi di sostegno e fu allora che nel territorio si dedicarono alla produzione di distillati. I grapàtt divennero abili e famosi e le loro grappe erano rinomate in Nord Italia.
Anche la Ca’ Bardassa a Fraciscio è un’edificio restaurata ed è gestito dal Muvis, si tratta di una tipica costruzione rurale nella quale sono stati preservati tutti gli ambienti originali. Sempre nella stessa frazione puoi visitare anche il Giardino Botanica, vicino alla chiesa di S. Rocco. Lì trovi tutte le piante della valle, dal grano saraceno, alla malva e i garofani.
Nella frazione Motta puoi andare ad ammirare lo splendido Lago Azzurro. È un incantevole laghetto molto particolare perché è quasi stagionale. Viene alimentato dalla falda sotterranea che si riempia dell’acqua piovana e dello scioglimento della neve.