Lo zafferano dell’Aquila DOP viene prodotto nell’Altopiano di Navelli, nel cuore dell’Abruzzo in autunno quando i piccoli fiori viola fioriscono. I crochi da zafferano crescono tra i 350 e i 1000 metri di altitudine e lo spettacolo della fioritura sui campi attorno a Navelli e gli altri incantevoli paesini è di una bellezza mozzafiato.
La coltivazione e la lavorazione dell’oro rosso è di vecchia data. Nel XIII secolo un monaco al ritorno di suo viaggio in Spagna, portò con sé i bulbi di una piantina. Li interrò e le piantine trovarono un ambiente favorevole. La coltivazione del crocus sativus in Abruzzo iniziò così, quasi per caso. Si scoprì ben presto che il commercio degli stimmi essiccati delle fragili piantine fu un business molto interessante. Per pochi grammi di zafferano venivano pagati ingenti somme di denaro. Quella situazione non è per niente cambiata: lo zafferano rimane una spezia richiesta e ricercata molto difficile da produrre.
I fiori devono essere raccolti a mano, di primo mattino, prima che si aprono al sole. Vengono trasportati in grandi cesti nelle case e nei laboratori dei paesi. E lì, attorno al tavolo, che si svolge la parte più delicata del lavoro.
I fiori vengono aperti uno per uno e a mano vengono tolti i tre stimmi. Sono soltanto questi che servono per produrre lo zafferano. Gli stimmi raccolti vengono essiccati con molta cura sopra brace di legno di mandorlo o quercia e successivamente confezionati e distribuiti.
Il prezzo elevato è giustificato del fatto che per produrre un chilo di zafferano, servono più di centomila fiori.
Oggigiorno viene utilizzato in cucina nei piatti della tradizione italiana come risotto allo zafferano e nelle cucine mediterranee ed orientali. L’altopiano di Navelli fornisce soltanto una parte della produzione italiana ma la sigla DOP garantisce l’autenticità e la qualità di questo prodotto eccezionale.