San Patrizio, il patrono dell’Irlanda, fu una figura molto importante nella storia irlandese ed era il trait d’union tra la religione celtica e quella cristiana. Si narra che Cristo stesso gli disse di pregare vicino ad una grotta profonda per agevolare il contatto con il mondo spirituale. Il luogo divenne una rinomata meta di pellegrinaggio e su ordine della chiesa fu chiuso.
Il pozzo ad Orvieto fu scavato nel 1527 su ordine di Papa Clemente VII che volle assicurare alla città di Orvieto il rifornimento di acqua anche in caso di assedio. Era l’unica cosa che mancava per farne una roccaforte imprendibile visto che la città era costruita in cima ad una collina.
Il pozzo è largo 13 metri e profondo circa 60 metri e tinge l’acqua dalle fonti di San Zeno. È un bellissimo esempio di architettura, il pozzo fu scavato direttamente nella terra, come la caverna di San Patrizio. Attorno al pozzo si trovano due scalinate indipendenti che non s’incontrano mai. Gli scalini sono molto larghi perché si usavano i muli per prendere l’acqua. Così animali e persone che scendevano non infastidivano quelli che faticosamente salivano a portare il liquido prezioso in superficie.
I finestroni danno al pozzo luce e ossigeno, chi sale e chi scende sembrano trovarsi di fronte l’uno con l’altro mentre che va nella stessa direzione sembra sempre molto lontano. Scendere verso il fondo non significa solamente attingere alla fonte dell’acqua ma anche avvicinarsi alla fonte della vita spirituale.