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Vista del Palazzo comunale
Non se ne parla molto e trovare informazioni su questo paese particolare non è facilissimo ma in realtà è davvero speciale. È uno dei pochi centri urbani, e forse anche l’unico, costruito secondo norme antisismiche.
Grazie al Principe Carlo Maria Carafa, Grammichele esiste oggi. Prima del 1693 vicino all’attuale abitato ci fu un altro paese, molto antico, i cui resti possiamo trovare nel Museo Archeologico di Occhiolà, il suo vecchio nome. Il paese antico risale al sesto secolo avanti Cristo e tanti furono le vicissitudini che videro le sue mura. Nel 1693 dunque ci fu un terrificante terremoto, molto più forte dei tanti altri già subiti, che ridusse il paese con il castello del principe in un cumulo di macerie.
Il casato Carafa governò già da molto tempo Occhiolà e il principe regnante, un uomo molto colto che aveva al cuore le sue terre e il suo popolo, decise di non ricostruire il vecchio centro ma di fare un paese nuovo, più sicuro nella pianura vicina. Dopo ampi studi di urbanistica incaricò l’architetto Frà Michele da Ferla del progetto finale.
Se lo guardiamo dall’alto vediamo molto chiaramente la pianta esagonale della cittadina. Una grande piazza in centro dove troviamo la chiesa madre e il monumento al Principe Carafa, un orologio solare molto bello e particolare.
La piazza serve da rifugio e da centro di raccolta in caso di emergenza. Dalla piazza partono sei vie che dividono la città in sei quartieri, cinque erano destinati alla popolazione ed uno al principe.
Le strade sono ampie così in caso di sisma le vie non vengono bloccate dai detriti. Inoltre la massima altezza consentita per le abitazioni erano due piani, non di più. In questo modo il principe diede alla sua gente un paese nuovo, molto sicuro e bello.
scritto da Antje Smit - Ultima modifica: 24/10/2021