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Piazza Garibaldi, Caltanissetta
Del “castello delle donne”, in arabo Qal’at al-nisa (da cui Caltanissetta), non è rimasto molto: infatti dell’imponente struttura medievale del castello di Pietrarossa, su un’altura nei pressi della città, crollato a seguito di un terremoto alla metà del Cinquecento, oggi sono visibili solo due torri. Ma se del complesso che probabilmente ha dato il nome alla città resta ben poco, non mancano comunque almeno quattro buoni motivi per lasciare la piana di Gela e salire sulle colline dove si trova Caltanissetta:
1) Visitare la maestosa cattedrale dedicata a S. Michele, eretta tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento in stile neoclassico, fiancheggiata da due campanili e arricchita da uno splendido portale in stile barocco; l’interno conserva una magnifica pala d’altare di scuola fiamminga e un pregevole organo barocco;
2) Ammirare, alla periferia della città, l’Abbazia di S. Spirito, costruita nel XII secolo in stile romanico e caratterizzata da tre piccole absidi; all’interno si trovano un imponente Crocifisso ligneo del Quattrocento ed una bellissima vasca battesimale romanica intagliata in un unico blocco di pietra;
3) Assistere ai riti ed alle processioni che si svolgono per le impervie vie del centro storico durante la settimana che precede la Pasqua e che attirano visitatori da tutta Italia, richiamati dalla suggestione e dall’imponenza delle manifestazioni in costumi d’epoca, organizzate dalla Real Maestranza, rappresentanze dei dieci mestieri artigiani più antichi della città.
4) Assaggiare i prodotti tipici della cucina locale, fusione di tradizioni dei vari popoli che si sono succeduti in questa regione, che vanno dal cous cous ai dolci a base di marzapane e di ricotta, il tutto accompagnato dai forti vini locali, come il nero d’Avola o il bianco d’Alcamo.
scritto da Hotel Association - Ultima modifica: 24/10/2021